Indicatori ESG, quando la valutazione della sostenibilità diventa un’opportunità
Che la sostenibilità sia un argomento con il quale, oggi, le aziende non possono non confrontarsi è abbastanza evidente. Ma cosa significa per un’azienda e, in particolare, per un’azienda agroalimentare essere sostenibile?
La sostenibilità aziendale è un approccio che mira a integrare considerazioni ambientali, sociali ed economiche nelle operazioni e nelle decisioni di un’organizzazione al fine di perseguire un impatto positivo a lungo termine. In termini pratici, significa bilanciare la crescita economica con la responsabilità sociale e la tutela dell’ambiente. La misurazione del grado di sostenibilità di un’azienda può avvenire attraverso diversi criteri che vanno a definirne l’impatto ambientale, sociale ed economico.
La sostenibilità ambientale considera l’impatto dell’azienda sull’ecosistema. Ciò include la gestione responsabile delle risorse naturali, la riduzione delle emissioni di gas serra, l’adozione di pratiche energetiche sostenibili e la gestione sostenibile dei rifiuti. Le aziende spesso misurano la loro impronta ecologica e cercano di implementare strategie per ridurla.
La sostenibilità sociale riguarda il modo in cui un’azienda gestisce le relazioni con i suoi dipendenti, la comunità locale e la catena di approvvigionamento. Criteri sociali includono la promozione di condizioni di lavoro etiche, la diversità e l’inclusione, la sicurezza sul lavoro e l’impatto positivo sulla comunità locale attraverso iniziative sociali e filantropiche.
La sostenibilità economica si riferisce alla capacità di un’azienda di generare valore a lungo termine. Ciò include la gestione finanziaria responsabile, la creazione di posti di lavoro stabili, la generazione di profitti in modo etico e la promozione di pratiche commerciali trasparenti.
Gli indicatori ESG per la misurazione del grado di sostenibilità di un’azienda
Per valutare tutti questi diversi aspetti è possibile utilizzare gli indicatori ESG (Environmental, Social, Governance) che permettono di ricondurre ad una serie di standard oggettivi e condivisi la misurazione della sostenibilità di un’azienda.
Sul versante ambientale, le aziende agroalimentari orientate agli ESG stanno adottando pratiche agricole sostenibili, promuovendo la biodiversità, riducendo l’uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici e lavorando per minimizzare l’impronta di carbonio lungo la catena di produzione e distribuzione.
Dal punto di vista sociale, l’applicazione di criteri ESG nel settore agroalimentare coinvolge l’attenzione alle condizioni di lavoro nei campi e nelle catene di approvvigionamento, la promozione della sicurezza alimentare e il supporto alle comunità locali. Ciò può includere iniziative volte a migliorare la qualità della vita nelle aree rurali, garantire condizioni di lavoro etiche e favorire la diversità nelle filiere di produzione alimentare.
Per quanto riguarda la governance, le aziende agroalimentari orientate agli ESG cercano di adottare pratiche di gestione trasparenti ed etiche. Ciò include la corretta divulgazione delle informazioni, l’adozione di politiche etiche e anticorruzione, nonché la promozione di una leadership aziendale responsabile.
I bilanci di sostenibilità, le azioni concrete sotto l’occhio di tutti
Le grandi aziende, a partire da qualche anno, hanno iniziato a rendere pubblici i propri bilanci di sostenibilità, in modo che chiunque possa verificare le azioni che quella determinata azienda mette in pratica per il raggiungimento di un grado sempre maggiore di sostenibilità.
Ad esempio Granarolo, nel suo Bilancio di Sostenibilità 2022 ha evidenziato una serie di azioni volte a contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile. In sintesi Granarolo è impegnata ad elevare gli standard di certificazione sul benessere animale in allevamento, a ridurre l’uso di materie plastiche incrementando la plastica da riciclo, a ridurre gli sprechi alimentari incentivando un’economia circolare. Oltre a questo investe in progetti a sostegno delle comunità.
Barilla, tra le diverse azioni intraprese, ha attuato una serie di progetti di educazione fisica ed alimentare, rivolti ai bambini tra i 5 e i 14 anni, che mirano all’adozione di stili di vita sani, abitudini alimentari equilibrate e una dieta responsabile.
Anche Ferrero è un’azienda molto impegnata in termini di sostenibilità. Significativo è il programma di approvvigionamento responsabile del cacao con il quale il brand si impegna a supportare gli agricoltori per l’adozione di pratiche di coltivazione del cacao sostenibili, aumentarne la produttività e quindi migliorarne le condizioni di vita. Inoltre Ferrero è impegnata nella difesa dei diritti dei bambini combattendo il lavoro minorile nella filiera del cacao, migliorando l’accesso all’istruzione e a servizi essenziali come cure mediche e alimentazione corretta.
Non solo bilanci di sostenibilità, azioni diverse con un obiettivo comune
A partire dal 2011 il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha avviato il programma VIVA che promuove la sostenibilità del comparto vitivinicolo italiano, rappresenta lo standard pubblico per la misurazione e il miglioramento delle prestazioni in sostenibilità della vitivinicoltura italiana. Sono centinaia le aziende che hanno aderito al programma, tra queste la cantina campana Mastroberardino.
Attraverso l’identificazione di quattro indici (Terra, Aria, Vigneto e Acqua) l’azienda Mastroberardino è in grado di misurare l’impatto della sua produzione in termini di sostenibilità impegnandosi, in modo continuativo a sviluppare un processo di miglioramento.
Non dobbiamo però pensare che azioni volte al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità in accordo con l’agenda 2030 dell’ONU siano solo appannaggio di brand noti, infatti ci sono aziende e realtà molto meno conosciute che dimostrano di rappresentare eccellenze nel campo della sostenibilità.
Ne è un esempio l’azienda agricola marchigiana Girolomoni che nasce come piccola azienda di agricoltura biologica fino a dare vita, oggi, ad una cooperativa biologica che raccoglie 400 aziende agricole. Molti sono i prodotti bio che l’azienda può offrire ma il fiore all’occhiello è la pasta prodotta con il 100% di grano biologico e attraverso una filiera cortissima che, loro stessi, definiscono a cm 0. Nel 2020 la cooperativa Girolomoni è stata nominata fra gli Ambasciatori dell’economia civile e nel 2023 è diventata la prima filiera agroalimentare 100% italiana ad entrare nella World Fair Trade Organization, (WFTO), una delle organizzazioni internazionali più autorevoli come sistema di garanzia equo e solidale.
ESG come occasione di sviluppo
Un approccio sostenibile quindi non solo contribuisce alla mitigazione del cambiamento climatico e alla conservazione delle risorse naturali, ma può anche migliorare la reputazione del brand, aumentare la fiducia dei consumatori e creare un ambiente favorevole agli investimenti a lungo termine. In questo modo, i criteri ESG stanno diventando un elemento cruciale per plasmare il futuro sostenibile del settore agroalimentare.
Le aziende devono fare i conti con la necessità di rivedere i propri modelli produttivi, la transizione verso pratiche più sostenibili richiede investimenti e una riorganizzazione delle catene del valore. L’introduzione dei criteri ESG impone anche un cambiamento culturale: saper comprendere il valore della sostenibilità e tradurla in azioni concrete e misurabili. Serve formazione e aggiornamento continuo, serve inoltre l’adozione di strumenti adeguati per monitorare e misurare i progressi compiuti. Nonostante queste sfide, molte aziende del settore agroalimentare stanno dimostrando come sia possibile coniugare profitto e sostenibilità a significare che la trasformazione dei sistemi alimentari ispirati ai criteri ESG rappresenta un’importante occasione di sviluppo.
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